Vito Rocco Lo Russo
Trevico(AV) 16 marzo 1941- Avellino 25 novembre 2020 Aveva 79banni Si muore ora soli per restare dopo insieme a noi
Rocco era il nostro papà. Aveva 79 anni e stava proprio bene. Giovanile, sempre disponibile soprattutto con gli adorati nipoti, pronto alla battuta. Ha lottato come un leone contro questo mostro, che lo ha aggredito all’improvviso in modo subdolo. Chissà se gli indugi della medicina di base non hanno contribuito a farlo arrivare in ospedale troppo tardi. Ciononostante per tre settimane ha cercato di resistere, costretto sotto un casco infernale per poter respirare. Ha avuto freddo, soprattutto nell’anima, lontano da noi, da una carezza, dal nostro sguardo. Ogni giorno un laconico comunicato di guerra: saturazione, scambio, percentuale di ossigeno erogato…
Ringrazio quei medici, non tutti, che hanno cercato di potenziare la terapia con l’umanità. Vorrei abbracciare quegli infermieri, che hanno avuto pietà di lui e di noi permettendoci delle videochiamate, unica possibilità per potergli dire quanto ci mancasse e quanto gli volessimo bene. Ultima finestra su uno sguardo sfinito e sfiduciato, ma pieno di tutte le parole del dolore e dell’amore, ora più chiaramente espresse.
Cosa resta del distacco forzato, della nostra impotenza, di una morte senza pietà e dignità? La nostra solitudine, un senso di vertigine e smarrimento di fronte a questa bufera da tanti bruti negata, da altri disumanizzata, da pochi compresa ed alleviata. Un unico piccolo conforto quello di poter sognare che il nonno sprint di Majè, Angelo, Viola, e Gea se ne sia andato il 25 novembre per poter incontrare il suo idolo Maradona, continuandoci a guardare dall’alto anche senza salutarci, dandoci come sempre, per pudore o per gioco, quello schiaffetto sulla guancia.
Riposa sereno ora, papà, al caldo tiepido di Sirignano. Lì non avrai più freddo. Il sole ti accarezzerà e sarai in buona compagnia dei nonni e dei parenti, con i quali ti piaceva parlare di sport e di politica, tra l’azzurro del Napoli e il rosso antico del tuo P. C. I., mai dimenticato.
Con affetto infinito
Mara ed Elio
P. S. “La Repubblica” continueremo a leggerla idealmente sempre insieme a te…
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